Il genere Brassavola e la sua coltivazione

© Patrizio De Priori – 1987

Argomenti

  • Introduzione
  • Tassonomia
  • Esigenze colturali: temperatura ed umidità
  • Descrizione di alcune specie
  • Luce ed ombreggiamento
  • Ventilazione
  • Annaffiature e concimazioni
  • Invasatura
  • Curiosità

Introduzione

Questo genere comprende una quindicina di specie tutte provenienti dall’America centro-meridionale, con la maggiore concentrazione in Messico, Brasile ed Argentina.
Sono piante epifite e litofite, di crescita simpodiale, con pseudobulbi snelli e ispessiti che portano un’unica foglia coriacea e alla cui base nascono i germogli floreali. Secondo le specie, i fiori appaiono solitari o numerosi, appena o immediatamente dopo l’estate, e in alcuni casi in qualsiasi periodo dell’anno.
La loro forma è elegante e talvolta originale: basta ricordare il portamento stravagante e snello della B.cucullata, il ricamo frangiato nel labello della B.digbyana e quello cuoriforme dellaB.nodosa, tanto per citarne alcuni. La colorazione si manifesta con tonalità intermedie che vanno dal verde al bianco, con una punta di porpora nella parte più profonda del labello. Anche se i colori sono pallidi, in realtà i fiori si mostrano vistosamente nell’insieme, emergendo o allungandosi in varie direzioni, tra foglie e pseudobulbi e ben contrastando con l’insieme della vegetazione.
I recettori visivi degli insetti impollinatori probabilmente non notano tutto questo, bensì vengono attratti dall’emissione dei messaggi chimici del fiore, che colpiscono del resto anche noi per il delicato profumo, vagamente somigliante alla scorza di limone, emanato soprattutto nelle ore serali e notturne.

brassavola_cucullata

 

Nella foto fioritura di Brassavola cucullata, si notino
la particolare forma del labello, dei sepali e dei petali.

Diversamente dall’insetto pronubo, l’ibridatore sfrutta l’ottima parentela di questo genere con altri come: LaeliaCattleyaSophronitisEpidendrum ecc. per produrre ibridi intergenerici di straordinaria bellezza non solo nelle forme, ma anche nell’infinita varietà di colori e di sfumature in cui manca solo il blu, raramente presente nel fiore d’orchidea. La specie più utilizzata per questo matrimonio artificiale è certamente la B.digbyana per il particolare labello a cui si è già accennato in precedenza. Purtroppo questo carattere non è stato trasmesso del tutto nelle varie ibridazioni, ma, dato che il genere Cattleyanon possiede questo corredo, una frangiatura anche minima deve ritenersi un successo.

Tassonomia

Questo genere, anche se costituito da poche specie, ha subìto varie revisioni. All’inizio del secolo ne troviamo la prima importante, effettuata da R.A. Rolfe e R. Schleoter, ma, più recentemente negli anni settanta circa, compare la pubblicazione di H.C.Jones che ha diviso il genere in 5 sezioni cercando di riordinare un po’ il tutto:
1 sez. – Grandiflorae, con foglie piatte e larghe; corrisponde alla Rhyncholaelia Schltr. e fu esclusa da Schlecter dalla sua revisione.
2 sez. – Brassavola, con foglie strette, cilindriche e semicilindriche e labello attenuato in un punto lungo e sottile.
3 sez. – Sessilabia, come sopra ma con l’apice del labello non attenuato e sessile. Questa sezione include, sia la sez. Conchoglossum, sia la sez. Prionoglossum della revisione di Schlecter.
4 sez. – Cuneilabia, con il labello cuneiforme e l’infiorescenza terminale.
5 sez. – Lateraliflorae, simile alla sopracitata, ma con infiorescenze laterali. (Quest’ultima fu inclusa da Schlecter nella sezione precedente).
Jones con la sua revisione finalmente ha messo un po’ d’ordine in questo genere, includendo nuovamente la B.digbyana e la B.glauca, che erano state elevate da Schlecter nel genere Rhyncholaelia.

Esigenze colturali: temperatura ed umidità

L’habitat delle Brassavola è piuttosto vario, per cui non sarebbe corretto stabilire uno standard di coltivazione ma, dato che in natura, la maggioranza delle specie, si adattano molto bene a condizioni diverse, possiamo ritenere ottimale la collocazione delle piante nella parte alta della serra intermedia, dove fa più caldo, ci sono più luce ed un maggiore movimento d’aria. Per comprendere meglio le esigenze climatiche delle Brassavola, esaminiamo insieme alcune specie.

Descrizione di alcune specie

Iniziamo con la B.nodosa che vive in un’ampia regione compresa fra il Messico ed il Venezuela, dal livello del mare a 500 mt. di altitudine, crescendo spesso sui cactus o sulle radici di mangrovie in condizioni più o meno umide, calde o temperate.

 

brassavola_nodosa

 

Brassavola nodosa con ben evidente il labello cuoriforme.

La B.cucullata è, invece, originaria delle foreste piovose del centro America. La si può trovare a quote sui 1800 metri, dove l’aria è più fresca e carica di umidità: probabilmente il bellissimo fiore di questa orchidea (vedi foto all’inizio della scheda) è stato dotato dalla natura di parti assai allungate e appuntite per facilitare lo scolo dell’acqua, per evitare un appassimento prematuro.
La B.glauca proviene dal Mexico, Guatemala e Honduras; talvolta cresce anche in foreste montane a 1500 mt. s.l.m. per cui l’atmosfera fresca ed umida non le nuoce.

brassavola_glauca

 

Brassavola glauca, il labello è molto più grande dei sepali e dei petali.

La B.tubercolata che vive in Brasile fu trovata per la prima volta sui tronchi d’albero vicino al mare in un ambiente caldo ed umido.
Questa breve carrellata sulle specie Brassavola dà l’idea delle variazioni nell’habitat, ma, per semplicità di coltivazione, conviene mantenere in serra una temperatura minima invernale non al di sotto dei 13-15°C e nel periodo estivo non oltrepassare i 30°C, poiché, oltre tale limite, l’attività fotosintetica diminuisce.
L’umidità dovrebbe essere abbastanza elevata (65%-75%), in particolare nella fase attiva di crescita, da quando compaiono le nuove vegetazioni fino al loro completo sviluppo.

Luce ed ombreggiamento

Sempre durante la crescita è necessario fornire una buona dose di luce, possibilmente anche di più delleCattleya, con 30-40000 lux, poco meno nel restante periodo. Di regola basta ombreggiare quel tanto per mantenere la temperatura delle foglie nei limiti accettabili per evitare scottature. Il fattore luce è indispensabile per l’accumulo delle sostanze nutritive necessarie alla fioritura. Chi desidera coltivare leBrassavola in luce artificiale è bene che segua alcune regole molto semplici ma efficaci.
Nella bella stagione quando le temperature notturne non scendono sotto i 15°C ca. si portano le piante all’aperto in buona luce, ma non esposte direttamente al sole ner i primi giorni. Quando la temperatura ritorna sotto tali valori è il momento di riportare le piante in casa. Se possibile è bene prolungare la dose di luce naturale tenendole vicino alle finestre altrimenti si inizia il trattamento con luce artificiale: si collocano le piante molto vicine alla fonte luminosa a 20 cm dai tubi fluorescenti, un po’ più distante dalle lampade ad incandescenza mantenendo un periodo di luce giornaliero di almeno 16 ore. La fioritura è probabile nel 90% dei casi o più.
Chi non adotta questi accorgimenti, avrà risultati poco esaltanti; otterrà solo vegetazioni eziolate che si mostrano con foglie poco consistenti, allungate e pseudobulbi alti la metà del normale e che hanno una sezione ridicola nei confronti dei fratelli cresciuti in luce naturale.

Ventilazione

Le Brassavola gradiscono una buona ventilazione, sempre a livelli superiori delle Cattleya. Ciò serve anche a mantenere le temperature entro i limiti accettabili per questo tipo di piante e contribuisce a far asciugare più rapidamente il substrato che non deve mai rimanere bagnato troppo a lungo.

Annaffiature e concimazioni

Oltre alle componenti luce ed umidità, le piante necessitano, durante la fase attiva di crescita, di una buona dose di acqua assimilata in grande quantità dalle radici particolarmente carnose e consistenti, ma facili ad attacchi crittogamici se restano inzuppate troppo tempo. Dopo la fioritura, le piante entrano in un periodo di riposo per cui le innaffiature devono essere ridotte tanto quanto basta a non lasciare raggrinzire le foglie e gli pseudobulbi. Le concimazioni devono essere abbastanza frequenti durante il periodo attivo e seguite dalle annaffiature che devono essere abbondanti per permettere all’acqua di lavare le radici dai residui di sali minerali non assimilati e cristallizzati. È ottimale usare concime bilanciato del tipo 18-18-18 dato una volta ogni dieci giorni ca. con una concentrazione pari a 0.5 grammi per litro. Nel periodo di riposo si può concimare ogni 2 mesi a dosi dimezzate.

Invasatura

Le Brassavola generalmente crescono bene nei vasi con un substrato costituito prevalentemente da bark e materiali inerti come polistirolo e spugna. Si possono coltivare anche in osmunda, a condizione che riesca ad asciugare abbastanza velocemente. Per le specie pendenti come ad esempio la B.nodosa è più indicato appenderle in cestelli, oppure montarle su pezzi grezzi di sughero abbastanza sovradimensionati per agevolare l’accrescimento di più vegetazioni. Anche le tavolette di felce arborea sostituiscono egregiamente i supporti sopraccitati. Se si usa l’osmunda per l’invasatura, non è necessario concimare nel primo anno poiché il nutrimento viene ceduto direttamente dal substrato.

Curiosità

Finalmente un nome italiano che ricorre nell’impero della terminologia orchidologica anglosassone e latina. Infatti questo genere è dedicato a Antonio Musa Brassavola un nobile veneziano, professore di logica fisica e medicina a Ferrara.