Impollinazione del Cypripedium calceolus L.

© Gianantonio Torelli – 1989

Argomenti

  • Obiettivo impollinazione
  • Consistenza numerica delle colonie di C.calceolus
  • Osservazione
  • Impollinazione manuale versus impollinazione naturale
  • Risultati
  • Commento

 

Obiettivo impollinazione

L’impollinazione del Cypripedium calceolus dà risultati positivi e incoraggianti.
È questo l’esito del nostro studio condotto su una colonia di C.caleolus effettuato nell’estate del 1988.
Stimolati dalle discussioni avute con alcuni amici e dal loro scetticismo verso la nostra idea di promulgarne l’impollinazione manuale abbiamo effettuato nell’estate 1988 questo studio sulCypripedium calceolus.

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Cypripedium calceolus, sullo sfondo le montagne trentine.

Due erano i principali obiettivi delle nostre osservazioni: il primo era determinare la consistenza numerica del C.calceolus (in un territorio del Trentino che si presentava, in teoria almeno, favorevole per composizione del terreno, esposizione ed altitudine) al fine di controllare in modo sistematico l’effettiva situazione della specie in questione e contemporaneamente analizzare campioni di terreno per preparare dei modelli sperimentali di coltura.
Il secondo obiettivo era verificare la validità o meno della impollinazione manuale confrontata con quella naturale.
Il risultato dello studio, come vedremo, è stato estremamente interessante e, per certi versi sorprendente anche per noi.

 

Consistenza numerica delle colonie di C.calceolus

Nel Trentino il C.calceolus è specie protetta e ritenuta in pericolo in tutto il territorio. Non sono stati compiuti però studi sistematici al riguardo.
Nella zona in studio, che per ovvie ragioni di tutela non verrà qui menzionata abbiamo rinvenuto in modo ubiquitario colonie più o meno grandi di C.calceolus, per un totale di diverse centinaia di piante, cioè un numero largamente superiore a qualsiasi attesa. A questo motivo di soddisfazione per il futuro della specie in Trentino si aggiungeva anche la sorpresa di trovare nei pressi delle maggiori colonie molte piantine giovani, chiaramente nate da semi, il che indica una buona vitalità della specie ed un terreno ideale per la germinazione.

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Fase di impollinazione del Cypripedium calceolus L. usando uno stuzzicadente.

Osservazione

È dunque possibile che nel Trentino la situazione del C.calceolus sia migliore di quanto comunemente si pensi, anche se dobbiamo rilevare che il territorio in esame impervio e fuori dalle rotte turistiche abituali, può forse non rappresentare fedelmente altre zone trentine.
Appare comunque critica la situazione di molte di queste colonie, in quanto crescono in aree geologicamente instabili e quindi esposte al rischio di frane e slavine.
Ci chiediamo infine che effetto potrà avere sulla specie in questione un inverno senza neve ed acqua come quello passato.

Impollinazione manuale versus impollinazione naturale

A giugno sono stati immessi nello studio circa 200 fiori, dei quali 56 venivano impollinati manualmente (usando uno stuzzicadenti) e cercando di portare tutto il polline di ogni fiore sul proprio stigma. Gli altri fiori venivano invece lasciati alla impollinazione naturale.
Dobbiamo segnalare che in tutti i lunghi periodi di osservazione non siamo mai riusciti a vedere un insetto impollinare questo fiore che sembrava attirare solo qualche moscerino od altri piccoli insetti che, non riuscendo ad uscire dal labello, finivano per morirvi dentro.
Inoltre tre colonie situate abbastanza vicino ad alcuni alveari non sono risultate per nulla più impollinate di quelle lontane d’ape è il presunto impollinatore abituale).
Particolarmente significativo è stato lo studio delle colonie contrassegnate dal numero 6/1, 6/2 6/3, 6/4, 6/5 in quanto trattavasi di colonie molto grandi ed assai vicine fra loro, cioè situate entro un raggio di 10 metri. Di queste solo la 6/1 veniva impollinata manualmente (10 fiori) mentre le altre (42 fiori) venivano lasciate come colonie di controllo per avere un’indagine valida dal punto di vista statistico.
Le piante impollinate manualmente venivano dotate di cartellino indicatore e tutti i dati registrati.

Risultati

La raccolta dei dati finali veniva effettuata verso la fine di settembre ed i risultati sono schematizzati nella tabella. Come si può vedere le piante studiate sono state 193; di queste 137 sono state lasciate all’eventuale impollinazione naturale che ha prodotto 4 capsule, corrispondenti al 2.9% dei fiori, le altre 56 impollinate manualmente, hanno dato invece 46 capsule, cioè l’82% dei fiori. Dal registro risulta che nel caso dei 10 fiori che impollinati manualmente, non hanno prodotto capsule o la cui capsula è abortita si era verificato che o i fiori erano troppo “vecchi” al momento della impollinazione oppure si era usato poco polline.

 

– N°colonia –   –  naturale  –   –  manuale  – –  capsule prodotte-
1 5 (3 tardive) 2
2 12 12
3 8 7
6 0
4 6 6
5 1
5 6 1
6-gen 10 8
6-feb 14 0
6-mar 6 0
6-apr 5 0
6-mag 17 1
7 7 0
8 10 0
9 13 1
10 7 (2 tardive) 4
3 0
11 8 7
Totale 193 50
naturale 137 4=2.9%
manuale 56 46=82%

 

Per quel che riguarda la colonia 6/1 e le colonie 6/2, 6/3, 6/4, 6/5 di controllo, per noi statisticamente rilevanti data la loro omogeneità, hanno dato i seguenti risultati: 8 capsule su 10 fiori impollinati manualmente ed 1 capsula su 42 colonie di controllo; cioè 80% contro 2.4% una differenza quindi altamente significativa. Dobbiamo inoltre segnalare che le capsule “naturali” erano sempre piccole, striminzite, intaccate da malattie fungine e già deiscenti all’epoca del controllo, mentre quelle “manuali” alla stessa epoca erano turgide, di gran lunga più grandi e si presentavano ancora verdi e perfettamente sane.
Uno di noi ha avuto la pazienza di contare al microscopio i semi di una capsula ottenuta con metodo manuale ed ha trovato circa 21.000 semi, tutti perfettamente embrionati.
In letteratura era già stata segnalata la scarsa impollinazione di alcune specie di Cypripedium (circa 8-25% dei fiori di C.reginae vengono impollinati: Ballard 1987).
Il nostro studio evidenzia una impollinazione naturale dei C.calceolus studiati addirittura solo del 2,9%, percentuale sorprendentemente bassa e preoccupante. A fronte di questo dato abbiamo un risultato positivo intorno all’82% con la impollinazione manuale, dato che potrebbe essere portato quasi al 100% avendo l’attenzione di usare tutto il polline di ogni fiore e di effettuare l’impollinazione entro i primi 10 giorni dalla fioritura.
Inoltre ogni capsula “manuale” ha un numero enormemente superiore di semi, perfettamente embrionati, rispetto a capsule “naturali”.